Le icone emotive

Digital Native + Emoticon.
I nativi digitali sono la generazione nata con Internet, che utilizza spontaneamente i nuovi media.
La scrittura iconica proliferante di emoticon è un linguaggio distintivo della generazione digitale, che gli adulti faticano a comprendere e ad utilizzare.

Il primo codice emerso dalla mutazione della scrittura è quello delle Emoticon, le faccine raffigurate combinando lettere e segni della punteggiatura.
Ecco ad esempio alcune tra le più celebri Emoticon, nella diffusa versione ruotata di 90 gradi, con i loro significati:

:-)      sorriso o tono scherzoso/amichevole
:-(      broncio, tristezza
:-|      imbarazzo, o disagio infastidito
:-D    riso

Emoticon è l’abbreviazione di Emotive Icon, si tratta quindi di segni nati per rappresentare le espressioni emotive facciali, un elemento tipicamente non verbale, all’interno della scrittura digitale. Il contesto orginario era la posta elettronica, ma il fenomeno è subito dilagato anche nelle chat, nell’instant messaging e negli  SMS, diventando una pratica comunicativa globale.

La nascita delle emoticon è spontanea, viene dal basso, e risale alle prime esperienze di posta elettronica e di instant messaging, all’inizio degli anni ’80 o addirittura anche prima.
Non è quindi un codice recentissimo né nuovo, ma per lungo tempo è stato utilizzato soprattutto nell’ambiente scientifico e universitario, finchè la posta elettronica e l’instant messaging sono diventati una pratica di massa.

Non sono mancati adattamenti agli alfabeti diversi da quello latino: ad esempio, in Giappone si utilizzano anche le lettere giapponesi, o cirilliche. D’altra parte, la scrittura digitale mette oggi a disposizione degli utenti gli alfabeti di ogni cultura e di ogni epoca,
dai geroglifici egiziani agli ideogrammi cinesi, dall’alfabeto cirillico a quello arabo.

In Giappone le Emoticon vengono invece composte in verticale: le parentesi inscrivono il volto.